Nella storia delle mie antenate materne, fino a mia nonna, il senso di colpa era cosa buona e giusta. Nessuno ha mai speso troppe parole a riguardo. Frasi del tipo "non ti preoccupare, non è colpa tua" non sono mai state pronunciate tra queste donne. Alleggerire il fardello di qualcuna di loro non era neanche lontanamente contemplato. Tutte le donne hanno colpa pensavano, quindi sentirsi colpevoli fin da bambine era normale e anche incoraggiato, perché più sensi di colpa avevi, meno ca**ate facevi! È ovvio che sto parlando di un tempo retrogrado e ormai superato (per fortuna!). Purtroppo però, anche mia madre ha dovuto fare i conti con gli ultimi scampoli di un'educazione ancora troppo giudicante e svilente per la donna, dove il pensiero sociale cercava, pur con sempre maggior fatica, di mantenerla una "brava e giudiziosa bambina".
Inutile dire che, per quanto la generazione boomer sia stata precorritrice di rinnovate correnti femministe e di eguaglianza, ha comunque ereditato nel proprio inconscio le credenze, i giudizi e una bella dose di sofferenza, appartenuti alle donne delle generazioni prima.
Pertanto, io non ho subito la stessa educazione di mia mamma, ma ho comunque ricevuto la mia inquietante eredità di malessere e senso di colpa, un bagaglio che mi sono portata dietro in modo inconsapevole per più di 30 anni. Lo aprivo spesso soltanto un paio di anni fa, nelle relazioni amorose e nei rapporti con la mia famiglia. Al suo interno c'era l'inadeguatezza, che mi faceva dire di "sì" quando volevo dire "no"; la scarsa fiducia in me stessa, che mi ha resa remissiva e tremendamente adattabile alle decisioni altrui, portandomi fuori allineamento da me stessa; e la paura di deludere chi volevo bene, che mi ha tenuta ubbidiente e addomesticata di fronte gli abusi.
Sono stata compiacente per così tanto tempo da non riconoscere che mantenevo felici le persone a mie spese, evitando conflitti e rimanendo al sicuro nel tepore della loro pallida approvazione. Come ben sai, l'obiettivo finale di una persona compiacente è quello di intraprendere la strada della minor resistenza, soddisfacendo le aspettative altrui e sostenendo così la propria amabilità.
Tuttavia, deludere gli altri è un'abilità assolutamente essenziale nella vita. Non c'è modo di affrontare la nostra esistenza mantenendo tutti felici, è semplicemente impossibile e già te ne sei accorto da te.
Quindi, se deludere gli altri è inevitabile, potresti anche imparare a sentirti a tuo agio facendolo. Può sembrare una mission impossible, ma è più attuabile di quanto tu possa immaginare. Se continuerai a leggere, ti racconto com'è possibile sentirci a nostro agio diventando una delusione per gli altri!
Ci sono due verità fondamentali da tenere a mente quando pensi al reale impatto del cercare di evitare di deludere gli altri.
NUMERO UNO. Stai deludendo te stesso più e più volte invece di deludere gli altri. Questo va bene per te? Deludere le persone può essere straziante, ma pensa all'ultima volta che hai deluso te stesso non rispettando i tuoi bisogni. Come ti sei sentito e come hai trattato le persone intorno a te in quel momento? Eri risentito o facevi la vittima?
~PRIMA DI ARRIVARE A DELUDERE TE STESSO, DELUDI TUTTI GLI ALTRI
L'energia che proietti e che metti in azione è radicalmente diversa a seconda della provenienza dell'azione. Pensa ai tuoi amici e a ciò che potrebbero fare per te: vuoi che agiscano per la genuina voglia e desiderio di donarti, o perché si sentono in colpa e in obbligo nei tuoi confronti?
La verità è che in fondo la maggior parte delle persone - quelle con cui vale la pena avere una relazione - non vogliono che tu faccia qualcosa per loro se non è qualcosa che vuoi veramente fare.
NUMERO DUE. Ascoltare il tuo intuito, fidarti di te stesso e comunicare i tuoi bisogni: queste non sono cose negative. Allora perché ci sentiamo in colpa o cattive persone quando lo facciamo?
È perché tutti noi - donne e uomini, ma soprattutto le prime - siamo programmati per credere che il nostro valore sia legato all'aiutare altre persone e dare loro il nostro tempo e la nostra energia... tutta la nostra energia!
Stiamo male e soffriamo quando qualcuno è deluso da noi, perché ci è stato insegnato a credere che sia nostro compito assicurarci che tutti siano felici, ma non è così che funziona davvero, perché la felicità è un'idea soggettiva, infatti ogni persona ha il proprio concetto di felicità, tristezza, soddisfazione, ecc.
Per questo non possiamo renderci responsabili della felicità altrui, perché non conosceremo mai a fondo ciò che desiderano. Inoltre, quello che facciamo per gli altri, pur mettendoci tutto il nostro impegno, sarà sempre più in risonanza con noi (con la nostra esperienza, percezioni, pensieri,...) che con le altre persone. Pertanto, ognuno di noi è il principale artefice della propria vita, sia nel bene che nel male.
Non possiamo evitare la delusione nelle altre persone, è umanamente impossibile.
Preoccuparsi di ciò che pensano gli altri non è intrinsecamente negativo. La nostra società è costruita su norme e valori, alcuni dei quali sono essenziali per mantenere l'armonia tra diversi gruppi di persone.
Tuttavia, vivere la vita che meriti significa prima di tutto onorare i tuoi bisogni, quindi essere coraggioso e dire di no. Ma come si fa a superare il forte disagio (senso di colpa) quando deludi le persone?
La prima cosa che puoi fare è creare una tua sicurezza interiore attraverso l'installazione di una precisa convinzione potenziante: le reazioni delle altre persone - compresa la loro delusione - sono una LORO responsabilità, non mia.
Sostituire le proprie credenze non è mai una passeggiata all'inizio, quindi ti consiglio di fare come ho fatto io e usare un banale quanto efficace sistema della psicoterapia strategica orientata alla soluzione: comportati come se questa convinzione fosse già tua!
Più spesso di quanto ci immaginiamo, le persone che sembrano sicure e più capaci di noi non hanno ancora pienamente acquisito ciò per cui le stimiamo o le invidiamo. Il trucchetto sta proprio nel comportarsi "come se" fossimo quel genere di persona che vogliamo tanto essere.
Se hai dei dubbi in merito a questa tecnica, puoi approfondire il lavoro di Giorgio Nardone o leggere questo articoletto.
Da piccoli veniamo addestrati, attraverso punizioni e ricompense, ad essere piacevoli e graziosi con gli altri. Capiamo subito che compiacere ci porta dei vantaggi - quasi sempre di natura affettiva - e che non farlo ci complica la vita, non ci rende "accettabili", soprattutto per le persone che amiamo e da cui dipende la nostra sopravvivenza.
Ma a parte le convinzioni assimilate nell'infanzia, l'essere umano è un animale sociale, che trova grande soddisfazione nell'aiutare l'altro e nel creare collaborazioni e alleanze: questo è ciò che ci ha fatto evolvere.
Pertanto, adoperarsi per altre persone è meraviglioso e positivo per tutti, ma non ci sono state lasciate le istruzioni di come farlo in modo appropriato affinché risultasse anche vantaggioso! Agendo per tanto tempo come persona compiacente e avendo paura di dire no e deludere, sulla via della guarigione mi sono data delle regole per l'altrui sostegno, ma anche per non ferire me stessa.
Eccole di seguito, magari puoi prendere spunto per stilare le tue:
Quando compiacere gli altri era diventato troppo estenuante per me e cominciavo a comprendere l'importanza di deludere qualcuno che non fossi io, ho impostato delle regole. Come vedi, alcune sono generali, altre vanno nello specifico. In entrambi i casi mi hanno aiutato ad avere una direzione di ciò che era consentito e di ciò che non lo era.
La cosa particolare è che, nonostante fossero regole decise da me (persona a cui non davo molto credito all'epoca!), averle identificate, scritte e appese dove potessi vederle spesso, mi ha condizionato nel seguirle come fossero disposizioni perentorie stabilite da qualcun'altro.
Prova a identificare i tuoi confini con il foglio di lavoro VISUALIZZA I TUOI CONFINI, che ho creato appositamente per questo. SCARICALO GRATIS.
Quando decidiamo di cambiare noi stessi, crediamo che tutto debba avvenire nel corso di un breve, brevissimo periodo. È normale pensarla così: sui social seguiamo persone fenomenali con numeri da capogiro, che hanno ottenuto tutto o quasi. Non è certo facile pensare che quelle stesse persone un tempo erano: anonime, frustrate, depresse, stanche, oberate, compiacenti, ecc...
Questo per ricordarti che non si va da zero a cento, ma da zero a uno, poi a due, poi a tre...
Quindi, impara ad amare anche i tuoi tempi. Potranno sembrarti troppo lunghi se paragonati ad altri, ma portano dentro di sé il seme della tua riuscita!
Il terzo modo per deludere gli altri, ma senza mettersi troppo a disagio, è non dire mai "sì" nel momento in cui ti viene chiesto di fare qualcosa. Memorizza una frase tipo "Mi piacerebbe pensarci e tornare da te" o qualcosa di simile. Ciò allevierà la pressione del momento, non ti incastrerà in qualcosa che non vuoi fare e ti darà il modo di deludere l'altra persona quel tanto che basta per renderti più confidente col tuo cambio di paradigma ;)
Sono la prima ad ammettere che deludere le persone è dura. A volte è difficile anche per me, che ho cominciato a deludere regolarmente! Eppure capita che la mia abitudine di compiacere gli altri divampi. Non lo vedo più come un problema però, ma come un'opportunità di crescita e miglioramento.
Imparare a deludere le persone fa parte del nostro sviluppo personale. Non dev'essere visto in maniera negativa, cioé come danneggiamento verso gli altri, ma come beneficio per noi e per delle relazioni più sane, vere e prospere.
Se hai bisogno di supporto per imparare a deludere gli altri, a non aver paura di stabilire i tuoi confini, a sviluppare fiducia in te stesso e a ritrovare il modo per manifestare chi sei veramente, scrivimi, esplora i contenuti gratuiti che trovi qui o vienimi a trovare sul @beautifulmente
Ti abbraccio